Connubio macabro-sacrìlego?


Il business miliardario del turismo religioso attraverso lo sfruttamento midollare del nome di Padre Pio nella città di San Giovanni Rotondo, sta conoscendo da qualche anno una flessione preoccupante, sia come giro d'affari che come numero di presenze. Le strutture ricettive alberghiere, i fabbricanti di gadgets, i commercianti di nìnnoli, la comunità religiosa e tutte le migliaia di altre persone che di rimbalzo sbarcano il lunario vivendo del mercimonio (che ha da sempre accomunato tutti i grandi santuari),afflitti da questo calo di pellegrini e dal susseguente calo d'introiti, non potevano certo assistere inermi a questo graduale declino ed hanno escogitato una di quelle soluzioni sensazionali che non tarderanno a dare buoni frutti. Sarà infatti esumata ad aprile prossimo e sarà esposta per alcuni mesi alla pubblica venerazione dei fedeli la salma del frate con le (presunte) stimmate, come è stato annunciato da mons. Domenico Umberto D'Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia e delegato della Santa Sede per il Santuario.
L'annuncio, di riflesso, ha già creato notevole fermento nella capitale misena che folgorata dalla notizia della prossima esposizione, pur non vantando personaggi religiosi di tale calibro ha però nel suo bagaglio storico interessanti figure carismatiche del passato da guinnes-elefantìaco che, attraverso un ipotetico accoglimento dell'esempio pugliese, porterebbe nella capitale ostrense migliaia di pellegrine (e qualche "pio"), cultori del simbolismo della potenza, dell'abbondanza e dell'energia procreatrice, e portatore di valenze metafisiche che tanto caratterizzò anche la cultura indiana.

Il tutto ovviamente con naturale e notevole ripercussione sull'incremento economico di tutta l'attività terziaria presente nel territorio bodiese.
Parte della comunità è già in trepida attesa...

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