OSTRA: PRECISAZIONI

Ostra:parlare guzzo

"Asinus in cathedra"

Non disdegnando un temporaneo rientro nei ranghi della seriosità e tenendo conto che le nostre lezioni di "ostrano antico" non sempre trovano concordi i lettori del nostro stesso territorio comunale, prendiamo spunto per stilare una sommaria ma chiarificatrice analisi glottologica che esplichi la singolarità e la difficoltà del linguaggio contestualmente all'area regionale di riferimento. Un dialetto che può essere contraddistinto come "marchigiano", tale da rappresentare fedelmente le connotazioni idiomatiche dell'intera zona in questione, in realtà non esiste. In effetti nella regione coesistono una serie di "parlate" classificate insieme per ragioni geografiche e/o influenze e tra loro così diversificate da essere reciprocamente indecifrabili a persone provenienti da punti diversi della regione. I dialetti sono catalogati in tre gruppi maggiori linguistici di base: il gruppo galloitalico (rifacentesi per alcuni tratti al romagnolo); il gruppo mediano (con influsso umbro-tosco-laziale) ed il gruppo meridionale (di ispirazione prevalentemente sannita). Avendo la Marche subìto nel tempo un assoggettamento colonizzatore diversificato ed a flussi contigui, il dialetto che ne è derivato ha seguito atipiche linee di sviluppo, dando vita ad un panorama linguistico poliedrico.
All'interno di questi tre principali raggruppamenti convivono ramificazioni dialettali che caratterizzano e necessitano di ulteriori classificazioni che equiparano le Marche ad una sorta di italica torre di Babele:

-Il marchigiano settentrionale pesarese-fanese-urbinate (di ispirazione romagnola).
-Il marchigiano settentrionale senigalliese (con meticciamenti del montemarcianese e dell'ostrense). Una zona a substrato celtico sita a nord del fiume Esino, che in età augustea segnava il confine fra il Piceno e l'Ager Gallicus (territorio sottratto dai Romani ai Galli Senoni dopo la battaglia del Sentino).
-Il marchigiano centrale con le quattro sub-aree anconetana-jesina-osimana e fabrianese (di ispirazione umbro-laziale ed accenni toscani).
-Il marchigiano belvederese, anomalo per palatizzazioni ed assimilazioni in "(mi)ao" ed apocope assunte dal non infrequente relazionarsi conflittuale con i loro felini domestici.
- Il marchigiano maceratese-fermano-camerte con caratteri prevalentemente umbri, accenni di abruzzese e importanti connessioni latine.
-Il marchigiano meridionale ascolano con caratteristiche fonetiche marcatamente teramane.

In questa palude di linguaggi (ove inoltre il rimescolamento attuale è ancor più spiccato rispetto al passato) è d'obbligo dedurre quanto possa essere facile "contestare" qualche lemma presente
nelle nostre poco pretenziose lezioni di ostrano antico (e sequenzialmente perdonarci qualche pecca di veniale rilevanza).

5 commenti:

  1. Tra un sorriso e l'altro è sempre interessante imparare qualcosa. Bella lezione!
    :)

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  2. Se non ci mettete almeno una caXXata non siete contenti eh?..ihi hih ihi

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  3. Gradevoli anche con l'aria da prof

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  4. NON PARE MA CH'AVEDE RAGIò...GIà TRA QUELLI DEL PIANELLO DE CASINE E DE OSTRA CAMBIA UN BEL Pò..

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  5. Grazie per la lezione, oltre ad essere un sito divertentissimo, è anche una preziosa fonte di cultura del nostro territorio.

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