Ragazzini Ostrensi da libro Cuore:la "guerra" in Corea

Ostra-Corea
"Bellum quod res bella non sit"
La guerra si chiama "bellum" perché non è una cosa bella
(Isidoro di Siviglia
, Etimologie, 18,1,9)


Tanto di cappello ai due temerari marchigiani (Bruni di Corinaldo e Paci di Senigallia), che, balzando agli onori della cronaca, tra gennaio e febbraio 2008, hanno pensato di compiere il tour intero della Patagonia usando soltanto mountain bike, boats e autobus pubblici. Come riporta testualmente il loro blog :"scegliere di usare solo mezzi pubblici è una scelta importante. La maggior parte dei turisti occidentali si sposta da un luogo all’altro usando l’aereo, ma così si perde la dimensione del viaggio". Migliaia di chilometri percorsi usando all'occorrenza bici per gli sterrati, bus e traghetto, per assaporare la vera essenza di quella terra, cogliendone i particolari più vividi. Tutto questo non poteva che riportarci alla memoria, l'impresa epica, che portarono a termine nel lontano 1977, i componenti del nucleo ADV, quando, ancora ragazzini, con l'ausilio di scadenti mezzi di locomozione a sola spinta umana, poca acqua e pochi viveri, partirono intrepidi da Ostra, per giungere stremati, (attraversando la macchia di SanGiovanni, il Boschetto e le zone impervie e desolate del Grottino e di Sant'Amico), fino alla lontanissima Corea, sfidando oltre che la morfologia del territorio, anche le avversioni meteorologiche e le ostilità della popolazione locale (che non esitò addirittura a sabotare, attaccare e demolire la spedizione).
La vicenda pressochè bèllica ebbe lieto fine solo grazie al buon cuore e all'ardimento di quello che potremmo definire oggi il GREYSTOKE ostrense: il selvaggio Svalteron, che sfidando solitario tutto e tutti, e con il suo urlo di battaglia (frrrrr), riuscì a mettere in salvo i suoi compagni, ed al quale oggi,a oltre trent'anni da quell'impresa, vogliamo proferire degno omaggio.
Di certo i giovani esploratori non ebbero a quel tempo,
riscontro mediatico
pari al pacifico tour in Patagonia, ma proprio per questo motivo,
ne esaltiamo ora,
attraverso questa pubblicazione in rete, tutta l'audacia
da piccoli "Marco Polo in erba",
e adesso grandi estimatori della "Polo"
(il buco con la menta intorno).

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